lunedì 23 novembre 2015

L'allenamento del golfista - seconda parte

La programmazione individuale dell’allenamento del golfista dovrebbe esser tale da garantire lo sviluppo armonico ed equilibrato di tutte le principali qualità fisico-atletiche: dalla resistenza alla forza, dalla velocità d’esecuzione del gesto alla flessibilità. La resistenza non è la qualità fisica principale nel gioco del golf, anche se migliorare la capacità di tollerare uno sforzo prolungato risulta importante per costruire la base su cui incrementare le altre qualità. La preparazione dovrebbe prevedere il bilanciato e moderato sviluppo di tutta la muscolatura, anche perché un lavoro troppo incentrato su forza e ipertrofia potrebbe risultare controproducente: lo sviluppo di grandi masse muscolari, soprattutto nella “parte alta” del corpo, può andare a discapito dell’efficacia del gesto, della flessibilità e della sensibilità nelle rotazioni del corpo.

La muscolatura addominale, soprattutto a livello degli obliqui, è fondamentale per dare luogo alle torsioni del busto. Per quel che concerne le braccia, il tricipite e i muscoli dell’avambraccio sono decisivi nel garantire solidità e controllo per colpire la palla. Trapezio, deltoidi e romboidi sono chiamati in causa nel gesto di portare il bastone (o mazza) verso l’alto. Per ottenere uno swing -il colpo principe del golf- efficace e preciso, gli arti inferiori dovranno essere mantenuti tonici ed in particolare gastrocnemio, soleo, quadricipite e muscoli posteriori della coscia vanno tonificati e potenziati. Fondamentali, e non solo nella parte inferiore del corpo, i muscoli intrarotatori ed extrarotatori, indispensabili nella stabilità del colpo e della posizione.
La flessibilità è sicuramente la qualità più importante per un giocatore di golf (fonte: Bagnoli G., “Golf”, ed. Giunti, 2006): la componente asimmetrica del gioco e la natura ripetitiva del gesto rischiano col tempo di usurare tendini, articolazioni e muscolatura. Per questo il mantenimento del tono muscolare e di una buona flessibilità può prevenire eventuali fenomeni di usura. La flessibilità è una qualità che può essere migliorata con un valido e costante programma di allenamento, con risultati significativi in tempi relativamente brevi. La regolare pratica di esercizi di stretching e di mobilità articolare, oltre a prevenire gli infortuni, può agevolare un incremento della performance, grazie soprattutto a maggiori ampiezza e fluidità del gesto atletico.

Molto utilizzato negli Stati Uniti il TRX (Suspension Training), sistema d’allenamento in sospensione con attacco universale, che permette con due semplici fettucce regolabili in lunghezza di allenare efficacemente la mobilità articolare, l’equilibrio, il gesto atletico e l’efficacia dello swing. Esiste addirittura un kit creato appositamente per la preparazione atletica nel golf chiamato TRX Golf Bundle.
Nei giovani, in particolare nei bambini, la preparazione atletica sarà incentrata sul lavoro di base, generale, con un occhio di riguardo per le capacità coordinative, abilità che si sviluppano mediamente dai 4 agli 11 anni d’età; negli anziani invece ci si concentrerà sulla ricerca di una maggiore flessibilità, proprio per evitare traumi e fastidiose contratture, eventi sempre più frequenti con l’incedere del tempo.

In ogni caso anche il giocatore di golf a livello amatoriale dovrebbe dedicare al miglioramento della condizione fisica almeno tre o quattro giorni alla settimana, attraverso l’utilizzo di pesi liberi ed elastici a discapito delle macchine da palestra, spesso troppo vincolanti per le articolazioni, ricordandosi sempre di effettuare un buon riscaldamento prime di iniziare a giocare ed a praticare questo affascinante sport.

domenica 8 novembre 2015

L'allenamento del golfista - prima parte

Parecchi non lo sanno, ma il golf con oltre 50 milioni di giocatori è uno degli sport più diffusi al mondo. Probabilmente perché, a differenza di molte altre attività, può essere praticato indistintamente da uomini e donne, da bambini, adulti e anziani. Per alcuni si tratta effettivamente di una disciplina sportiva, per altri è un divertimento, per altri ancora una piacevole e salutare dipendenza. Concentrazione, calma, nervi saldi sono le qualità indispensabili in questo gioco. Un gioco o uno sport sicuramente aggregante, grazie a strutture come clubs e circoli, dove è determinante l’integrità dell’individuo nel dimostrare rispetto nei confronti degli altri giocatori e nella rigida osservazione delle regole (il golf è molto spesso giocato senza la supervisione di un arbitro...).

Secondo Giovanni Valentini nel libro “La magia del golf” il golf è un'opportunità per migliorarsi all'infinito. Per diventare dei buoni giocatori di golf non basta conoscere la tecnica o avere un fisico bene allenato, ma occorre praticarlo con continuità e passione. Come in ogni aspetto della vita,  per mezzo della pratica si sviluppano gli automatismi, i movimenti di routine e si migliora soprattutto la fiducia nei propri mezzi. 
Dario Cusani, giornalista e artista napoletano, definisce il golf come arte in movimento, dove ogni colpo richiede creatività e strategia per arrivare in buca con la soluzione migliore; ma oltre alla fantasia occorrono la tecnica e l’allenamento per riuscirci …

Quando vediamo i grandi personaggi di questo sport -il celebratissimo Tiger Woods su tutti- eseguire con estrema facilità colpi fantastici, ci viene da pensare che questo sia un gioco semplice, che non comporta sforzo alcuno. In realtà non riusciamo a comprendere fino in fondo quanto lavoro si celi dietro le performances di questi grandi campioni. Per giocare a golf bisogna essere capaci di eseguire gesti tecnici di grande precisione che richiedono forza, flessibilità, coordinazione e concentrazione per colpire la palla con l’obiettivo di “metterla in buca”.



Nel prossimo post vedremo più nello specifico la programmazione individuale e muscolare dell'allenamento. Alla prossima!