mercoledì 20 giugno 2018

Quali sono i rischi della toxoplasmosi in gravidanza e come prevenirli

A cura di Ufficio Stampa Sorgente Genetica


Nei nove mesi della gestazione, la donna affronta cambiamenti fisici ed emotivi. Adesso porta in grembo una vita, motivo in più per cui diventa fondamentale che si sottoponga a regolari controlli medici. I test di screening e di diagnosi prenatale servono a tutelare la salute di madre e figlio.
Il percorso di screening canonico comprende anche esami del sangue per rilevare la presenza di eventuali infezioni. In questa occasione, il medico stabilisce anche se la futura mamma è immune a toxoplasmosi e rosolia. Entrambe le malattie, se contratte durante la gestazione, provocano anomalie nello sviluppo del feto e possibili difetti congeniti1.
La toxoplasmosi è trasmessa da un parassita, il Toxoplasma Gondii, che colpisce soprattutto gatti e felini in generale2. Contratta in gravidanza, la toxoplasmosi può essere trasmessa al feto e la frequenza di contagio aumenta nelle ultime settimane di gestazione3. La gravità dell’infezione dipende da quando viene contratta la malattia: il danno è maggiore nelle prime settimane di gravidanza4.


Come ridurre il rischio di toxoplasmosi?
L’infezione avviene entrando in contatto con le feci di gatti, consumando carne cotta poco, consumando frutta e verdura non lavata. Per ridurre il rischio di contrarre la toxoplasmosi basta lavare accuratamente la frutta e la verdura da mangiare cruda. È bene anche lavarsi le mani prima di toccare il cibo ed evitare cibi crudi come carne, pesce e insaccati. Secondo uno studio europeo, infatti, il maggiore veicolo di toxoplasmosi in gravidanza è proprio la carne cruda o poco cotta5.
La donna incinta deve evitare il contatto con il terreno, che potrebbe essere stato contaminato da feci feline. Se il contatto fosse inevitabile, deve usare guanti protettivi e lavare bene le mani.
Tutte queste piccole strategie di prevenzione riducono al minimo il rischio di toxoplasmosi in gravidanza. Inoltre è consigliato verificare l’immunità con controlli medici ed esami del sangue specifici.
Gli esami del sangue per la toxoplasmosi sono un’ottima occasione per sottoporsi ad altri esami di screening prenatale. Dalla 10° settimana è possibile effettuare il test del DNA fetale, che individua in modo non invasivo il rischio di trisomie come la sindrome di Down, di microdelezioni e di altre anomalie cromosomiche.
Per avere altre informazioni sullo screening prenatale non invasivo, visita il sito www.testprenataleaurora.it
Fonti:
1. Principi di malattie infettive – a cura di L. Calza; pag. 207
2. Medicina dell'età prenatale: Prevenzione, diagnosi e terapia dei difetti congeniti e delle principali patologie gravidiche - Di Antonio L. Borrelli, Domenico Arduini, Antonio Cardone, Valerio Ventrut; pag. 294
3. Enciclopedia medica italiana, Volume 10; Uses Edizioni Scientifiche – Firenze; pag. 397
4. Gravidanza fisiologica, linea guida 20 – a cura del Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, CeVEAS
5. Cook AJ, Gilbert RE et al. Sources of Toxoplasma infection in pregnant women: European multicentre case-control study. BMJ 2000; 321:142-7.

venerdì 1 giugno 2018

A Michela Verardo il Premio "Anna Ventura"

Assegnato a Michela Verardo, ideatrice dello Studio di Personal Training FM, il Premio Anna Ventura per il miglior progetto realizzato. In occasione dei festeggiamenti per i 30 anni di attività, Aspic Scuola Europea di Counseling ha deciso di istituire il premio “Anna Ventura” che intende mettere in evidenza e premiare le migliori pratiche di intervento e i migliori progetti realizzati o non ancora realizzati in ambito Counseling. 


Col Fitness Counseling Michela intendeva creare una professione nella quale far convergere le sue competenze scientifiche e quelle riguardanti l’allenamento fisico, avendo come obiettivo centrale la promozione della salute. L’idea era quella di creare una figura di personal trainer che sapesse vedere e accogliere il cliente oltre il bisogno della forma estetica, oltre i suggerimenti sullo stile di vita sano, oltre la performance atletica o il dimagrimento; un trainer che fosse in grado di agevolare una "self confidence" rispetto al proprio corpo e alle proprie percezioni, coinvolgendo - inevitabilmente e in maniera spontanea - la sfera delle emozioni e dei pensieri.

Michela Verardo, Studio FM Genova
Ciò che differenzia questo tipo di lavoro da altri approcci specifici per migliorare o sensibilizzare alla consapevolezza corporea è il punto di partenza, il pretesto, ossia l’allenamento fisico. In fondo la proposta è quella di un allenamento funzionale: un movimento si dice funzionale quando rispecchia i gesti della vita quotidiana, cioè  movimenti naturali realizzati grazie alla contrazione sinergica di più gruppi muscolari. Lo scopo di questo tipo di allenamento è sviluppare un corpo bello, armonico e forte tramite esercizi che richiamino le funzioni base che lo caratterizzano. Perciò vengono strutturati percorsi che si avvicinino il più possibile a quello che il corpo umano fa per natura. Ogni esercizio fisico viene impostato in modo tale da non prevedere l’uso di macchinari complessi ma soltanto attrezzi di piccole dimensioni e low cost, spesso inusuali ma anche molto efficaci. Migliorare la confidenza con il proprio corpo e le proprie reazioni affina la capacità di riconoscere le proprie risorse, le proprie dinamiche interne, così come le proprie aree di miglioramento. Complimenti a Michela!

Per saperne di più sulla nostra attività di personal trainer visita il sito http://www.saluteinmovimento.com